martedì 4 ottobre 2016

"Insieme abbiamo fiducia!". Il messaggio del Custode del Sacro Convento di Assisi per la Festa di san Francesco 2016


In occasione della solennità di San Francesco patrono d'Italia, questa mattina, al termina della solenne liturgia in cui la gente del Piemonte, a nome dell'intera nazionale, ha riacceso la lampada votiva che arde presso la tomba del Poverello, il Custode del Sacro Convento di Assisi fr. Mauro Gambetti ha rivolto il seguente messaggio:
Eminenza, Eccellenze, autorità civili e militari, cittadini pellegrini dal Piemonte sono lieto di accogliervi in occasione della Solennità di San Francesco patrono d’Italia. Il Piemonte, la Regione più occidentale d’Italia, come dice il nome stesso è “ai piedi delle alte montagne”, quasi un bacino naturale di raccolta delle grandi acque che poi si irradiano lungo la pianura in una ricca rete fluviale. La geografia rispecchia, o forse ispira, la storia e la cultura della vostra Regione che, raggiunta nel ‘700 la propria autonomia ed unità, ha poi inciso profondamente nella costituzione dello Stato italiano. Oggi l’Italia geme – anche per evidenti contraddizioni che ci segnano ed affondano le loro radici nel Risorgimento – e si presenta incerta all’appuntamento con gli odierni cambiamenti epocali. Ma gli italiani sono fieri della propria appartenenza, non però da nazionalisti sprovveduti che alzano barricate, lo sono piuttosto con quel senso di realismo critico che la storia ha insegnato al nostro popolo. Se sapremo rinnovarci mantenendoci fedeli alla nostra tradizione civica, saremo un punto di riferimento per il mondo intero. In particolare, siamo riconoscenti al popolo piemontese per l’aspirazione a costruire uno Stato unitario e laico che ci ha trasmesso. La società è un fatto laico nella misura in cui approfondisce l’humanitas; lo Stato è unito nella misura in cui le persone che lo compongono si incontrano – senza eccezione di provenienza, estrazione sociale, credo religioso – si confrontano e si orientano secondo ideali intelligentemente fondati e condivisi. Per questo c’è bisogno di uscire definitivamente dal ring e smettere di pensare alla polis come ad un campo di battaglia. Non ci sono i comunisti, i conservatori, i liberali, i radicali, i cattolici, gli ebrei, i musulmani… Non ci sono nemici. Sul campo, nel mondo, ci sono innanzitutto gli uomini. E noi che siamo qui, insieme a quanti ci seguono da casa, ci stringiamo nel rendimento di grazie ed esprimiamo a nome del popolo italiano la reciproca accoglienza, una profonda unità e un rinnovato desiderio di radicare in Dio la vita. Insieme abbiamo fiducia! Il nostro popolo vuole avere fiducia in Dio, fiducia nel prossimo, fiducia nelle istituzioni! Nessuno tradisca la fiducia della gente.
Allora, preghiamo per l’Italia, in particolare per i fratelli colpiti dal terremoto mentre Papa Francesco è in visita presso di loro, e chiediamo a san Francesco di intercedere per tutti il dono di una coscienza illuminata e della pace!

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. 

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