giovedì 29 settembre 2016

Sesto giorno della "Novena di san Francesco 2016" nella Basilica di Assisi: I volti della misericordia: Santi della Misericordia

Basilica Papale di San Francesco in Assisi
Frati Minori Conventuali

Novena in preparazione alla festa del Padre Serafico

MISERICORDIOSI COME IL PADRE
I VOLTI DELLA MISERICORDIA

predicazione di p. Gianni Cappelletto, OFMConv.

Sesto giorno: giovedì 29 settembre 2016

Santi della misericordia


«La Chiesa vive la comunione dei Santi. Nell’Eucaristia questa comunione, che è dono di Dio, si attua come unione spirituale che lega noi credenti con i Santi e i Beati il cui numero è incalcolabile (cfr Ap 7,4). La loro santità viene in aiuto alla nostra fragilità, e così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità di altri» (MV 22).    
I Santi, afferma papa francesco, sono quei credenti «che si sono lasciati ricreare il cuore dalla misericordia» e che «hanno fatto della misericordia la loro missione» (MV 24). Nel messaggio ai giovani per la GMG vissuta a Cracovia a fine luglio e durante la stessa esperienza, il papa ha ricordato in modo particolare Santa Faustina Kowalska, «la grande apostola della misericordia» (MV 24) e San Giovanni Paolo II che – specialmente con la sua enciclica Dives in Misericordia – indicava a tutta la Chiesa «l’urgenza di annunciare e testimoniare la misericordia nel mondo contemporaneo» (MV 11).

Io vorrei proporvi una riflessione su tre santi che – per l’importanza che hanno avuto per san Francesco o per l’Ordine francescano – sono ricordati in questa Basilica con una cappella dedicata a loro. Si tratta di: 
  • Maria Maddalena – prima cappella alla mia sinistra, cominciando dall’altare; 
  • Antonio di Padova – cappella subito dopo, al centro della navata; 
  • Martino di Tours – prima cappella, entrando nella navata, sulla mia destra. 
Presentandoli in successione storica, ne ricavo questo itinerario: 
  • Maria Maddalena è icona della misericordia accolta dal Signore; 
  • Martino di Tours è per tutti richiamo della misericordia donata a nome di Dio; 
  • Antonio di Padova è il frate che con la predicazione e i gesti concreti ha testimoniato e annunciato la misericordia del Signore.  

MARIA MADDALENA è stata cara a san Francesco perché, accanto alla chiesetta a lei dedicata e tutt’ora esistente tra Rivotorto e Santa Maria, c’era uno dei lebbrosari in cui il nostro santo e i primi frati usavano misericordia ai lebbrosi. Ma la Maddalena era cara al Poverello di Assisi anche perché – come ricorda la Legenda Perugina – gli richiamava l’amica “Frate Jacopa”: «Jacopa – dice la fonte citata – era una donna spirituale, vedova, devota a Dio, una delle più nobili e ricche signore di Roma. Per i meriti e la predicazione di Francesco ella aveva avuto da Dio tanta grazia da sembrare quasi una seconda Maddalena, teneramente devota fino alle lacrime» (FF 1657).    

Giotto e bottega, Storie della Maddalena (1307-1308)
La cena a case dal fariseo
Assisi, Basilica di S. Francesco,
chiesa inferiore, cappella della Maddalena
Il ciclo pittorico presente nella cappella a lei dedicata, fa convergere sulla Maddalena – seguendo le indicazioni di papa Gregorio Magno – esperienze di perdono o di tenerezza femminile che i Vangeli attribuiscono a donne diverse, come quella della peccatrice anonima che, in casa del fariseo Simone, viene perdonata da Gesù dei suoi molti peccati perché molto ha amato (cf. Lc 7,48); pure l’adultera salvata da Gesù dalla lapidazione e poi perdonata viene scambiata con Maria di Magdala (cf. Gv 8,1-11); infine, la cosiddetta “unzione di Betania” che vede protagonista Maria sorella di Marta e Lazzaro viene accostata alla Maddalena (cf. Gv 12,1-8).     
Quest’ultima, in verità, ha fatto – secondo i Vangeli – esperienza della misericordia del Signore in due momenti: 
  • quando ha conosciuto per la prima volta Gesù, questi l’ha guarita da ben sette demoni, espressione che indica una persona completamente schiava del male: senza specificare di che male si tratta, l’evangelista Luca vuol sottolineare la forza della parola di Gesù capace di liberare da tutto ciò che impedisce ad una persona di pensare e agire in piena libertà (cf Lc 8,1-3); 
Giotto e bottega, Storie della Maddalena (1307-1308)
"Noli me tangere"
Assisi, Basilica di S. Francesco,
chiesa inferiore, cappella della Maddalena
  • altro momento in cui la Maddalena ha sperimentato la misericordia del Signore è stato quando si è recata, piangendo, al sepolcro di Gesù e l’ha trovato vuoto; il successivo dialogo con quello che lei riteneva il custode del giardino termina con il sentirsi chiamare affettuosamente per nome – e perciò riconosce il Signore – e nel sentirsi affidare la missione di annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» (cf. Gv 20,11-18); per questo la Maddalena è denominata dalla tradizione “apostola degli apostoli”, motivo per cui papa Francesco ha recentemente stabilito che la celebrazione liturgica della Santa (22 luglio) sia elevata a grado di festa: «La decisione – si precisa nel decreto – si iscrive nell’attuale contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia divina».  
Simone Martini, San Martino divide il suo mantello con un povero (1317 ca)
Assisi, Basilica di S. Francesco, chiesa inferiore, cappella di S. Martino
Dalla misericordia accolta della Maddalena alla misericordia donata con san MARTINO DI TOURS: quando era ancora soldato romano, tagliò il suo mantello e ne diede metà ad un mendicante … come molto tempo dopo fece il giovane Francesco che diede l’intero suo mantello a un cavaliere caduto in miseria. «Ambedue, Martino e Francesco – annota il Celano – per aver adempiuto il comando di Cristo» di vestire gli ignudi, «hanno meritato di essere – in visione – visitati da Cristo, che lodò il primo per la perfezione raggiunta e invitò con grandissima bontà il secondo (Francesco) a compiere in se stesso quanto ancora gli mancava» (FF 585). 

Cesare Sermei e coll., Sant'Antonio e frate Elia di fronte a Gregorio IX (1610)
Assisi, Basilica di S. Francesco, chiesa inferiore, cappella di S. Antonio
Di sant’ANTONIO DI PADOVA mi pare non ci sia stato tramandato un gesto simile a quello fatto da Francesco prima della conversione a imitazione di quello compiuto da San Martino – icona che ha ispirato molti cristiani a incamminarsi sulla strada delle opere di misericordia. Eppure, il Santo portoghese, giunto in Italia per seguire la proposta di vita del Poverello di Assisi, è stato – specie a Padova – evangelizzatore e testimone della misericordia divina. Se misericordia è – come afferma papa Francesco – responsabilità del prendersi cura di chi è nel bisogno e da solo non ce la fa a rendere umanamente dignitosa la vita propria e dei suoi familiari, frate Antonio l’ha vissuta percorrendo due strade: 
  • quella dell’attenzione ai poveri, specie a quelli sfruttati dagli usurai del tempo: è registrato nel libro del Comune di Padova il suo intervento per mitigare la legge che prevedeva il carcere duro e la confisca dei beni per chi non pagava i debiti … e – insieme – quella dell’attenzione ai carcerati: famoso è l’intervento del frate francescano Antonio presso il tiranno Ezzelino da Romano perché lasciasse liberi alcuni cittadini di Padova da lui incarcerati solo per togliere di mezzo concorrenti politici; 
  • l’altra strada percorsa da Antonio è quella della evangelizzazione e della predicazione: annunciava in modo così profondo e affascinante la misericordia e il perdono di Dio che molti ascoltatori si fermavano fino a notte fonda pur di potersi confessare da quel frate o da un suo confratello.  
Cesare Sermei e coll., Sant'Antonio predica davanti a Gregorio IX (1610)
Assisi, Basilica di S. Francesco, chiesa inferiore, cappella di S. Antonio
Sintetizzando dai suoi Sermoni, appare evidente che per sant’Antonio, la misericordia di Dio ci è, prima di tutto, ricordata dalla nascita e dalla morte in croce di Gesù:
«Considera che la misericordia del Signore si manifesta nell’incarnazione di Cristo e nella sua passione. Quindi dobbiamo avere davanti agli occhi della mente la misericordia, cioè l’incarnazione e la passione di Gesù, perché rendono umili gli occhi della nostra superbia» (XVI dopo Pentecoste, 8). 
In secondo luogo, Gesù manifesta la sua misericordia facendosi nostro amico:  
Cesare Sermei e coll., Il miracolo della mula (1610)
Assisi, Basilica di S. Francesco, chiesa inferiore, cappella di S. Antonio
«Il vero amico nostro è Gesù Cristo, che ci ha amati tanto da dare la sua vita per noi. Pensa quale amico fedele sarebbe colui che, vedendoti in punto di morte, si offrisse per te e prendesse volentieri su di sé la tua malattia e la tua morte!  Gesù Cristo, con gli occhi della sua misericordia, guardò fisso il genere umano malato, e questo fu il segno della nostra salvezza; si avvicinò a noi, prese su di sé la nostra infermità, salì sulla croce, e lì nel fuoco ardente della sua passione consumò e distrusse i nostri peccati.  Fu dunque veramente nostro amico» (Litanie, 2). 
Alla luce di questa predicazione, comprendiamo perché per Sant’Antonio di Padova il sacramento della confessione sia la “casa di Dio” in cui avviene un “parto spirituale”:  
«le ostetriche sono figura del sacerdote, che deve assistere e aiutare i peccatori che si confessano. La mano del Signore è il sacerdote: con essa dev’essere estratto dal peccatore il serpente, cioè l’uomo vecchio, perché sia poi in grado di partorire l’uomo nuovo» (VII dopo Pasqua, 16).   
Misericordia accolta dal Signore come ha fatto la Maddalena; 
Misericordia donata a nome di Dio con lo stile di Martino; 
Misericordia vissuta e predicata sull’esempio di Antonio di Padova:  
il Signore ci conceda di percorrere questo “pellegrinaggio della misericordia” per intercessione di questi nostri Santi e del Serafico padre San Francesco.   


Preghiera di Papa Francesco 
per il Giubileo della Misericordia 

Signore Gesù Cristo, 
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, 
e ci hai detto che chi vede te vede Lui. 
Mostraci il tuo volto e saremo salvi. 
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; 
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; 
fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. 
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: 
Se tu conoscessi il dono di Dio! 
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, 
del Dio che manifesta la sua onnipotenza 
soprattutto con il perdono e la misericordia: 
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, 
suo Signore, risorto e nella gloria. 
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza 
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: 
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione 
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore 
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo 
possa portare ai poveri il lieto messaggio 
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà 
e ai ciechi restituire la vista. 

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia 
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo 
per tutti i secoli dei secoli. Amen.


* * *


Salve, Sancte Pater, patriae lux, forma Minorum. 
Virtutis speculum, recti via, regula morum: 
Carnis ab exilio duc nos ad regna polorum. 

(Salve, Padre santo, luce della patria, modello per i Frati Minori. Specchio di virtù, via verso ciò che è retto, regola di vita. Dall'esilio della carne, conducici al regno dei cieli).

Dio onnipotente 
tu hai chiamato Francesco nella via povera e umile 
a rassomiglianza di Gesù crocifisso: 
concedi a noi di seguire il suo esempio 
nella libertà dei figli di Dio 
nella gioia dei cuori semplici 
nello stupore per le tue creature. 
Per Cristo nostro Signore. 


A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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