domenica 25 settembre 2016

Primo giorno della "Novena di san Francesco 2016" nella Basilica di Assisi: I luoghi della misericordia: La Porta

 Basilica Papale di San Francesco in Assisi
Frati Minori Conventuali

Novena in preparazione alla festa del Padre Serafico

MISERICORDIOSI COME IL PADRE
I LUOGHI DELLA MISERICORDIA

predicazione di p. Gianni Cappelletto, OFMConv.

Primo giorno: sabato 24 settembre 2016

La porta
  

È la Porta della misericordia, varcando la quale ognuno «sperimenta l’amore di Dio che consola, che perdona e che dona speranza». Attraversiamo, perciò, «la Porta Santa con piena fiducia di essere accompagnati dalla forza del Cristo Risorto che continua a sostenere il nostro pellegrinaggio» e di essere aiutati dallo Spirito Santo a «contemplare il volto della misericordia» del Padre (Misericordiae vultus [=MV] 3; 4).    

«Quale gioia quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!”»: sono le parole con cui un salmista descrive i sentimenti dei pellegrini ebrei che si recavano a Gerusalemme per “vedere il volto del Signore” e lodarlo nel suo santuario. Giunti alla porta del tempio, erano accolti da un sacerdote che, oltre al saluto: “Il Signore vi doni la sua pace!”, chiedeva loro di purificare il proprio cuore da quanto lo aveva reso cattivo – come le calunnie, l’insulto, il disprezzo – e le loro mani se si erano macchiate di sangue – con il prestare denaro a usura o l’accettare bustarelle per condannare un innocente – (cf Sal 15). Dopo l’aspersione con l’acqua benedetta, i pellegrini entravano cantando: “Apriteci le porte della giustizia: entreremo per ringraziare il Signore, perché eterna è la sua misericordia!” (cf. Sal 118,19). 
Qualcosa di simile abbiamo vissuto pure noi questa sera, varcando la “Porta Santa”, la “Porta della misericordia” che ci ha introdotti in questa “casa del Signore” per sperimentare il suo amore «che consola, che perdona e che dona speranza» (MV 3). A fare gli onori di casa donandoci il suo saluto è lo stesso san Francesco d’Assisi: dipinto sopra il grande arco all’ingresso, accoglie tutti con queste parole:  




Ferma il tuo passo, o pellegrino:

sei giunto sul «Colle del Paradiso», 

nella Basilica che custodisce il mio corpo, 

decorato delle Sacre Stimmate del nostro Signore, il Cristo Gesù. 
Essa, risonante di lodi e allietata di canti sacri, 
è un vero paradiso. 
Entra pure, vedrai cose meravigliose.


La “cosa meravigliosa” che tutti noi desideriamo non solo vedere quanto soprattutto sperimentare è la misericordia, vera «architrave che sorregge la vita della Chiesa» - afferma papa Francesco, che così prosegue: «la credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole» (MV 10). 
«Misericordia: è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità; misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro; misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino di vita: misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (MV 2).  
L’aveva ben compreso anche san Francesco: 
  • quando cominciò a servire il Signore, ricolmo di Spirito santo pronunciava a nome di Dio “parole di vita”, annunciando a tutti – scrive l’Anonimo perugino – «il giudizio e la misericordia, la pena e la gloria, richiamando alla mente i comandamenti di Dio» che erano stati dimenticati (FF 1495); 
  • soprattutto, il Poverello di Assisi praticava la misericordia verso i lebbrosi, restituendo loro quanto lui stesso aveva sperimentato dal Signore. Si potrebbe affermare che la misericordia è stata l’architrave che ha sorretto la vita di Francesco: senza l’esperienza da lui fatta della compassione e della tenerezza di Dio, difficilmente si potrebbe spiegare la sua scelta di vita, il suo stile accogliente, la sua predicazione e il fascino che ancor oggi esercita su tanti cristiani e pure su non credenti o appartenenti ad altre espressioni religiose.  
In cosa consiste la misericordia di Dio sperimentata da Francesco?
La risposta ce la offre un altro Francesco, il papa attuale che, nella bolla di indizione del Giubileo che stiamo vivendo, afferma che «la misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni» (MV 9). In altre parole, il Signore ci cerca perché la nostra esistenza abbia un senso, sia una vita “umanamente riuscita”. Come è stata quella del Poverello di Assisi: il Signore l’ha cercato, l’ha illuminato, l’ha sostenuto.


È lo stesso Francesco a riconoscere che il Signore si è sentito responsabile di lui e ha desiderato il suo bene. Nel Testamento, per esempio, afferma (cf. FF 110 ss):

  • «il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così …»; 
  • «il Signore mi dette tale fede nelle chiese, che così io semplicemente pregavo: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo”»; 
  • «e dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo»; 
  • «il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: “Il Signore ti dia pace!”».  
Francesco sperimenta la paternità di un Dio che si prende cura di lui e lo accompagna passo passo nelle scelte da compiere. Si potrebbe affermare che intuisce che pure in Dio esiste una vocazione – una chiamata: prendersi cura dei suoi figli, cercarli quando vanno fuori strada o percorrono sentieri che non giungono alla meta desiderata.  

Meta che da sempre noi indichiamo con tre B: una vita buona – bella – beata. Ogni persona umana desidera simile vita, come indicato in Genesi 3 ove si afferma che la donna (v 6): 
  • vide che l’albero era buono da mangiare: ecco la vita buona, tale perché ci si ciba di cose buone; 
  • gradevole agli occhi: ecco la vita bella perché qualcosa o qualcuno suscita fascino, gusto che colma ogni attesa; 
  • desiderabile per acquistare saggezza: ecco la vita beata perché la sapienza offre motivazioni per vivere. 
Sappiamo che il problema non è desiderare tutto ciò perché così ci ha creati il Signore, ma il realizzarlo contro il nostro Creatore o facendo finta che Lui non esista. E quando ciò diventa scelta di vita – come per Adamo ed Eva, cioè per l’uomo-donna “di sempre” – Dio si fa presente non per castigare ma per cercare l’umanità con la domanda: «Adamo, dove sei?» e per ricondurla alla verità di sé, su strade di perdono e di riconciliazione che non abbandona al male. È la scelta fatta pure da Gesù di Nazaret quando afferma, in casa di Zaccheo: «il Figlio dell’Uomo è venuto a cercare e salvare chi era perduto» (Lc 19,10).  

Certo, se ci confrontiamo serenamente con la parola di questa domenica possiamo avere qualche dubbio che Gesù, con la parabola del povero Lazzaro e del ricco Epulone stia cercando chi ha dimostrato indifferenza verso il povero. Eppure, questa è l’intenzione della parola del Signore: non condannare il peccatore “al luogo dei tormenti” quanto – con un linguaggio forte e in parte paradossale – fare in modo che lo eviti mettendo in luce la verità sul suo stile di vita. Questo è misericordia come responsabilità di Dio che suscita e sostiene la responsabilità dell’uomo; non è, come sospetta qualcuno, buonismo o sentimentalismo, ma “giustizia salvifica” di chi desidera che il peccatore si converta ascoltando la parola che il Signore ha pronunciato attraverso Mosè e i Profeti e che ha confermato con il far risorgere suo Figlio dai morti. Il “grande abisso” tra la giustizia del “chi sbaglia paga” e la giustizia salvifica che offre un’altra possibilità, si supera se si colloca sopra il ponte della parola del Signore, autentica porta che fa passare dalla morte alla vita, per chi la accoglie con umiltà e fiducia.  

Pellegrino, entra per questa porta – la porta santa della misericordia di Dio – e vedrai cose meravigliose. La più bella ed essenziale è il volto di Dio che si sente responsabile della nostra felicità, perché desidera per tutti – come lo ha fatto per Francesco – una vita buona, bella e beata. Noi la ricerchiamo in vari modi e per strade diverse, ma alla fine approdiamo a quella in cui il Signore stesso ci ha dato appuntamento: per questo si mette alla nostra ricerca; solo così “coloro che lo cercano, lo possono trovare” realizzando il sogno di una vita riuscita.     
Ma con realismo … perché pure alcuni tra noi forse sperimentano non un Dio responsabile che si prende cura di loro, ma un Dio irresponsabile che si disinteressa o resta indifferente; non un Dio custode ma un Dio controllore; non un Dio pastore quanto un Dio cacciatore; non un Dio che rende buona – bella – beata la vita quanto un Dio che fa di tutto per renderla amara o per distruggerla con malattie e sofferenze. È possibile percepire la presenza di Dio in questo modo! Da qui la responsabilità di tutti: non solo pregare quanto anche testimoniare che l’architrave che sorregge la nostra fede di cristiani è la misericordia di Dio, porta santa che ci introduce nell’amore del Signore «che consola, che perdona e che dona speranza» (MV 3). Amen!



Preghiera di Papa Francesco 
per il Giubileo della Misericordia

Signore Gesù Cristo, 
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, 
e ci hai detto che chi vede te vede Lui. 
Mostraci il tuo volto e saremo salvi. 
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; 
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; 
fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. 
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: 
Se tu conoscessi il dono di Dio!  
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, 
del Dio che manifesta la sua onnipotenza 
soprattutto con il perdono e la misericordia: 
fa’ che la Chiesa sia nel mondo 
il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. 
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza 
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: 
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.  
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione 
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore 
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo 
possa portare ai poveri il lieto messaggio 
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà 
e ai ciechi restituire la vista.  

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia 
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo 
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

* * *



Salve, Sancte Pater, 
patriae lux, forma Minorum. 
Virtutis speculum, recti via, regula morum: 
Carnis ab exilio duc nos ad regna polorum.

(Salve, Padre santo, luce della patria, modello per i Frati Minori. Specchio di virtù, via verso ciò che è retto, regola di vita. Dall'esilio della carne, conducici al regno dei cieli).

Dio onnipotente
tu hai chiamato Francesco nella via povera e umile
a rassomiglianza di Gesù crocifisso:
concedi a noi di seguire il suo esempio
nella libertà dei figli di Dio
nella gioia dei cuori semplici
nello stupore per le tue creature.
Per Cristo nostro Signore.

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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